giovedì 8 aprile 2010

Venti buoni motivi per usare il nome prima del cognome in firme, insegne, locandine, cartelli, biglietti da visita, indirizzi, certificati, ecc.

1. Lo dice il dizionario.

Il dizionario italiano online definisce cognome come «nome di famiglia che si aggiunge al nome di persona».
Definizioni analoghe si trovano in altri dizionari.

2. Lo dice l'etimologia.

In latino si distinguono (vedi Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Cognome):

  • praenomen (che distingueva l'individuo ed era paragonabile al nome proprio di persona contemporaneo),
  • nomen (che denotava la gens di appartenenza, paragonabile all'odierno cognome)
  • cognomen (che era un soprannome affibbiato all'individuo o ai membri del ramo di una famiglia).

Visto che il cognome odierno deriva dal nomem o dal cognomem, è naturale pensarlo come qualcosa che viene aggiunto («Tizio, della stirpe di Caio, detto Sempronio», non «detto Sempronio, della stirpe di Caio, Tizio»).

(Il latino cognomen è composto da co-, per cum 'con', e nomen 'nome'. Ma gli antichi ricollegano nomem e cognomem alla base di "cognoscere": come 'segno di riconoscimento', da cum 'con' e noscere 'conoscere' -- cfr S. Battaglia, Grande Dizionario della Lingua Italiana, UTET)

3. Lo dice la grammatica.

Molto spesso gli aggettivi servono a identificare a quale oggetto, fra i tanti a disposizione, ci si riferisce (e non la qualità dell'oggetto stesso).

Ad esempio, se dico «Passami il libro bianco sul tavolo» l'aggettivo bianco non significa che il libro è bianco, ma solo che, tra i libri sul tavolo, voglio quello identificabile come bianco (potrebbe essere semplicemente il più chiaro). Se dico «I pezzi bianchi sulla scacchiera» identifico i pezzi da considerare bianchi, che però probabilmente non sono bianchi (spesso sono marroncino chiaro, così come quelli neri sono marrone scuro).

Visto che l'origine del cognome ha a che fare con l'identificazione di una persona a cui si fa riferimento (si pensi ai tanti cognomi in cui questo è evidente, come 'Del Fabbro', 'Trevisan', 'Furlan', 'Piccinin', 'Di Girolamo', ecc.) la grammatica ci suggerisce di indicare il nome prima del cognome, così come mai diremmo «Passami il bianco libro sul tavolo».

4. Lo dice l'Accademia della Crusca.

Vedi in proposito la pagina «È più corretto firmare nome+cognome o cognome+nome?» che fa riferimento a come si firma ma che contiene concetti applicabili in genere.

5. Lo si vede chiaramente nelle altre lingue.

In inglese, «first name» (nome) e «last name» (cognome): first vuol dire primo, last vuol dire ultimo.
In francese, «prénom» (nome) e «nom» (cognome): prénom è quello che viene messo prima del nom.

E come dimenticare frasi tipo «Mi chiamo Bond, James Bond»?

(In ungherese, in giapponese e in altre lingue valgono regole completamente diverse, ma in genere nelle lingue di ceppo indoeuropeo viene sempre messo prima il nome e poi il cognome.)

6. Lo dicono gli esempi della vita quotidiana.

Come vengono chiamati gli scrittori, i cantanti, gli artisti, i giornalisti, i politici e, in genere, tutti i personaggi pubblici?
Alessandro Manzoni o Manzoni Alessandro? Claudio Villa o Villa Claudio? Giorgio De Chirico o De Chirico Giorgio? Enzo Biagi o Biagi Enzo? Sandro Pertini o Pertini Sandro? Fa' attenzione a tutti i nomi che vedi citati e senti pronunciare in TV, alla radio, sui giornali...

7. Lo dice la legge.

Codice civile, art. 6. Diritto al nome.
Ogni persona ha diritto al nome che le è per legge attribuito.
Nel nome si comprendono il prenome e il cognome.

8. La Wikipedia lo fa.

Hey, siamo nel web 2.0 e ancora non abbiamo visto come si comporta Wikipedia? I personaggi citati hanno il nome prima del cognome ovunque, anche nell'URL delle pagine. Ad esempio, http://it.wikipedia.org/wiki/Giovanni_Boccaccio, non http://it.wikipedia.org/wiki/Boccaccio_Giovanni.

9. Le Poste dicono di farlo.

Nelle istruzioni di Poste Italiane su come scrivere l'indirizzo (http://www.poste.it/postali/cap/indirizzo.shtml) si vede chiaramente, nell'esempio in fondo alla pagina, che la riga del destinatario comprende il nome e il cognome, non viceversa. Raccomandazioni analoghe si trovano in molti altri siti dedicati all'argomento, come QuiMail (http://www.quimall.com/blog/come-si-scrive-una-busta-da-lettera).

10. Non è vero che "visto che il cognome vale di più, deve essere messo prima"

Ore 12:45:13 (ore 12, 45 minuti, 13 secondi). Le ore "valgono di più", quindi vengono messe prima. Ma come la mettiamo con le date? Qui in Italia, siamo abituati a scrivere "5 febbraio 2010", non "2010 febbraio 5". Eppure, seguendo lo schema di "cosa vale di più", dovremmo concordare sul fatto che l'anno "vale di più".
E poi, in ogni caso, chi l'ha detto che "il cognome vale di più"?

11. L'ordinamento alfabetico non conta.

In molti contesti burocratici si desidera che gli elenchi vengano ordinati per cognome. Questi elenchi vengono per lo più gestiti con strumenti informatici, per cui in genere non c'è nessuna difficoltà a produrre elenchi ordinati per cognome anche se il nome viene messo prima (eventualmente formattandolo in maniera diversa).
Esempi:

a) con il cognome in grassetto:

Stefano Alberti
Giorgio
Cento
Bruno
Donati
Mario
Rossi

b) con il cognome in maiuscolo:

Stefano ALBERTI
Giorgio CENTO
Bruno DONATI

Mario ROSSI


c) in una tabella:

NomeCognome
StefanoAlberti
GiorgioCento
BrunoDonati
MarioRossi

Se proprio se ne ha la necessità, i cognomi possono essere scritti prima del nome, aggiungendo una virgola, o mettendo il nome tra parentesi:

a) separazione con la virgola:

Alberti, Stefano
Cento, Giorgio

Donati, Bruno
Rossi, Mario

b) nome tra parentesi:

Alberti (Stefano)
Cento (Giorgio)

Donati (Bruno)
Rossi (Mario)

Queste convenzioni sono utilizzate in molti altri tipi di elenchi, come ad esempio quello dei titoli dei film (o dei romanzi):

Diabolici, I
Diari della motocicletta, I
Diario di una cameriera, Il


oppure

Diabolici (I)

Diari della motocicletta (I)
Diario di una cameriera (Il)


Il sito del progetto Liber Liber ha un indice degli autori strutturato in questo modo (vedi http://www.liberliber.it/biblioteca/a/index.htm).

Un caso interessante potrebbe essere quello dei nomi di file e cartelle (in ambito informatico). Ad esempio, si potrebbe desiderare una cartella per ogni allievo di una classe. Come mantenere l'ordine alfabetico, lasciando il nome prima del cognome? La soluzione è semplice. Basta anteporre un numero al nome della cartella:

01 Stefano Alberti
02 Giorgio Cento
03 Bruno
Donati
04 Mario Rossi

Ad ogni modo, ammesso e non concesso che in un elenco si desideri avere i cognomi prima dei nomi (in un elenco), non c'è nessuna giustificazione per usare la forma cognome e nome anche quando i dati di quell'elenco vengono estratti per produrre certificati, intestazioni di lettere, cartellini identificativi, ecc.

12. Se ti è stato insegnato a scuola di usare il cognome prima del nome, vuol dire che ti hanno insegnato una cosa sbagliata.

Capita a tutti di sbagliare, e può capitare anche agli insegnanti. Forse a scuola sei stato abituato a essere chiamato da maestri e professori (solo alcuni, si spera) con il cognome prima del nome. Be', non è detto che tutto quello che si vede o sente a scuola sia vero, corretto, sensato. A volte, purtroppo, a scuola una pessima mentalità burocratica prevale.

Ragiona con la tua testa. E, comunque, chiediti se a mettere il cognome prima del nome ti è stato insegnato in una scuola che di chiamava Liceo Classico "Petrarca Francesco" o Liceo Classico "Francesco Petrarca", Istituto Tecnico "Fermi Enrico" o Istituto Tecnico "Enrico Fermi".

13. Il livello di prestigio sociale non conta (almeno non per questo genere di cose).

Se fosse vero che solo per le persone di un certo rango si usa il nome prima del cognome, bisognerebbe capire chi determina questo rango. C'è un esame da superare? Si viene nominati «aventi diritto al nome prima del cognome» con qualche decreto?

14. Non è vero che "suona meglio".

Alcuni sostengono che, nel proprio specifico caso, la forma cognome+nome "suona meglio" di quella nome+cognome. In realtà, è probabile che "suoni meglio" solo perché per anni ci si è sentiti chiamare in questo modo.

15. Non è vero che "vale solo per le firme".

Guardati intorno. Leggi un giornale, prendi in mano un libro, guarda i titoli di testa o di coda di un film. Se ci fai caso, i nomi vengono messi sempre prima dei cognomi. Sono firme? No.

16. Non è vero che "la burocrazia lo impone".

È vero che spesso, in moduli burocratici da compilare, ci viene richiesto di inserire "cognome e nome". In questo modo, chi deve ordinare alfabeticamente i moduli compilati è facilitato perché il cognome viene messo prima.

Se ci sono due "campi", come in

Cognome: _________________ Nome: _____________________

la cosa può essere accettata (è un po' come se ci venisse chiesto «Qual è il tuo cognome?» e poi «Qual è il tuo nome?»).

Se c'è un campo unico, come in

Cognome e nome: ______________________________

possiamo compilare il modulo scrivendo «Rossi, Mario».

Ad ogni modo:
  1. con il trattamento informatico dei dati la richiesta di cognome e nome (in quest'ordine) non è più giustificata;
  2. non c'è nessun motivo per cui questa cattiva prassi debba essere presa a giustificazione per continuare nell'errore anche in altri contesti meno burocratici;
  3. andrebbe cambiata la prassi burocratica, non la regola.

17. Così sarai meno "indrappellato".

I contesti in cui si usa il cognome prima del nome sono quelli in cui le persone non sono viste come persone a sé stanti, ma indrappellati con altri simili. Come dice Alfonso Leone, «la sequenza "nome + cognome" svincola [l'individuo] da qualsiasi concetto di raggruppamento, considerandolo nella sua inconfondibile personalità» (citato nella pagina dell'Accademia della Crusca indicata sopra).

18. Potrai sfoggiare un po' di "orgoglio pinchesco".

Beppe Severgnini lo spiega molto bene nel libro "L'italiano. Lezioni semiserie" (BUR, Biblioteca Universale Rizzoli, ISBN 8817027448):

Nel 1866, a chi gli domandava se fosse davvero lui l'auto­re di un sonetto firmato Man­zoni Alessandro, l'ottantunenne autore dei Promessi Sposi rispose seccato: «Sarebbe per me nota sufficiente di falsità il vedere che il cognome ci si trova anteposto al no­me di battesimo, cosa non mai usata da me nel sottoscrivermi». Bravo, Don Lisander. Così si fa: du­ro, puro e chiaro. Il cognome prima del no­me si può usare solo sugli elenchi (per facili­tare la ricerca); o in alcuni moduli prestampati. Ma quando esiste la libera scelta, non sia mai. Il cognome prima del nome è una genufles­sione inconscia. «Sono Pinco Pallino!» è, in fon­do, una forma di orgoglio pinchesco. «Sono Pallino Pinco...» vuol dire presentarsi come un suddito, un numero, uno dei tanti pallini. Il cognome prima del nome è un gran­de indicatore psicosociale, come l'assenza di congiuntivi, la presenza di tatuaggi e l'a­vambraccio sinistro sul tavolo mentre si mangia. Queste cose le avrebbe potute fare Eugenio Montale, se avesse voluto; voi e io, no. Una lettera firmata "Piselli Luigino" indi­ca che il poveretto, oltre a un cognome complicato, ha anche un atteggiamento sbagliato. C'è servilismo, in quell'inversione. Inevitabile per una recluta il primo giorno di caserma, mezzo secolo fa; non per Luigino Pi­selli, cittadino italiano del XXI secolo. Ricordate il "Cerutti Gino" di Giorgio Gaber («Il suo nome era Cerutti Gino/ ma lo chiamavan Drago /Gli amici al bar del Giambellino/dicevan ch'era un mago»). Il cognome anteposto al nome era un modo efficace d'indicare l'ambiente milanese in cui si muoveva il personaggio. Ma ciò che era stilisticamente possibile in un bar del Giambellino nel 1962 è improponibile in un caffè di corso Como nel 2007. Cerutti Gino ha lasciato il posto a Gino Cerutti: un nome con cui - Gaber sarebbe sorpreso - puoi anche lanciare una linea di abbigliamento per giovani. Insomma: se anteporre il cogno­me al nome è una dichiarazione ideo­logica, un vezzo o una provocazione, fate pure. Altrimenti, lasciate perde­re. L'unica lingua europea in cui esi­ste questa regola è l'ungherese (cep­po ugro-finnico). Ecco: se vi chia­mate Miklos di nome e Vasarhely di cognome, presentatevi pure come "Vasarhely Miklos". In tutti gli altri casi, date retta a Sandrino Manzoni e al sottoscritto.

19. È una forma di promozione che non ti costa nulla.

Ci sono persone che badano a queste cose e persone che non ci badano (in fondo, anche tu non ci badavi, forse, prima di leggere queste raccomandazioni). Quando ti presenti a qualcuno dicendo il nome prima del cognome fai una bella figura, gratis. Se ti stai rivolgendo a qualcuno che non ci fa caso, comunque non ci rimetti nulla. È un gioco in cui puoi solo vincere.

20. Non è vero che "non si può cambiare".

Se sei abituato a usare il cognome prima del nome, puoi cambiare questa abitudine. Ad esempio, se ti chiami Mario Rossi:
  1. Pensa a te stesso come Mario Rossi anziché come Rossi Mario, ripetitelo fino a fartelo suonare bene.
  2. Cambia la scritta sul campanello di casa.
  3. Configura meglio il tuo programma di posta elettronica, in modo che al tuo indirizzo venga associata la scritta descrittiva "Mario Rossi" anziché "Rossi Mario".
  4. Crea un nuovo indirizzo di posta elettronica, mario.rossi@example.com al posto di rossi.mario@example.com (puoi comunque attivare un reindirizzamento della posta).
  5. Configura il tuo account su Facebook in modo che venga presentato il nome prima del cognome (il default è già questo, ma potresti averlo cambiato: controlla su Account / Impostazioni account / Impostazioni / Mostra nome e cognome).
  6. Chiedi all'amministratore della rete di cambiare lo username associato al tuo account, in modo che sia strutturato sullo schema nome+cognome (es. da ROSSIM a MROSSI); se non vuole, spiegagli i motivi.
  7. Butta i biglietti da visita e ristampali (ok, questo costa, ma vuoi mettere la soddisfazione di averli migliori?).
  8. Se hai un conto corrente, deposita una nuova firma nello specimen bancario (nel caso tu abbia firmato Rossi Mario quando hai aperto il conto).
  9. Chiedi alla tua banca, alla casa editrice che ti manda le riviste a cui sei abbonato, alle aziende di fornitura che ti mandano le bollette, ecc. di mandarti le comunicazioni indirizzandole a Mario Rossi, non a Rossi Mario.
Se sei un insegnante:
  1. Quando fai l'appello, leggi l'elenco pronunciando i nomi prima dei cognomi.
  2. Quando produci un elenco, metti i nomi prima dei cognomi.
  3. Spiega ai tuoi allievi che il nome va usato prima del cognome non solo nelle firme, ma in tutti i contesti.
  4. Considera che quello che fai viene preso sempre come esempio.

Se sei un sistemista o un programmatore:
  1. Fa' in modo che i tuoi programmi producano, ovunque possibile, output con il nome prima del cognome.
  2. Imposta per i tuoi utenti username che sfruttino il pattern nome+cognome e non cognome+nome.
  3. Se produci o gestisci vCard (o strumenti analoghi), osserva che il campo N (name) comprende N.Family, N.First, N.Middle, N.Prefix, N.Suffix, mentre il campo FN (formatted name) è usato per il nome formattato correttamente, con il nome prima del cognome (vedi anche l'RFC 2426).

Se sei una persona che fa un lavoro burocratico:
  1. Sburocratizza elenchi, moduli da compilare, organigrammi, certificati, ecc. almeno con questo piccolo primo passo.

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Versione 1.1

8 commenti:

  1. Magnifico, finalmente qualcuno che lo fa notare! Grazie. Ho passato questo URL a decine di amici!

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  2. ma per favore!..non devono farlo gli insegnanti,ma possono farlo gli elenchi telefonici?Pensiamo solo all'islanda che non hanno i cognomi ma usano i patronimici..pensiamo agli omonimi!e come detto pensiamo ai paesi come cina giappone etc che usano prima cognome e poi nome:una cosa per essere valida deve essere valida solo in un modo e non ammettendo anche la sua contraria negazione che la annulla!I nomi ce li hanno tutti magari più spesso uguali sono i cognomi che non sono tutti uguali e meno spesso!Pensiamo al fatto che è grazie al cognome che possiamo dire di chi stiamo parlando e basta quello:se io dicessi isabel è una scrittrice come si fa a capire di quale isabel stia parlando?Basta dire solo la Allende è una scrittrice ed è chiaro a tutti!E' grazie al cognome che possiamo specificare meglio di chi stiamo parlando ed è anche più educato,più rispettoso e più formale piuttosto che prendersi delle confidenze padrone di malvolenze che si possono spesso volentieri rinfacciare e usare contro che non si possono né devono avere con estranei che devono restare estranei.Non diciamo corbellerie di superbia e vanità.bah per carità.Impegnarsi per ingannare..

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    1. Quanto scrive "Anonimo" è allucinante. Più educato, più formale, più rispettoso ? No, è lei che è semplicemente ignorante !!!!!

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  3. @Anonimo

    1. Se per mettere in ordine alfabetico i titoli di alcuni libri un insegnante li elenca spostando l'articolo determinativo o indeterminativo alla fine (es. "Promessi sposi, I"), questo non significa che quando legge quell'elenco non possa rimettere l'articolo al suo posto...

    2. Non ho scritto che si deve usare il nome al posto del cognome, o che si deve usare solo il nome, quindi non capisco il resto delle considerazioni.

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  4. Salve, premettendo che nella firma completa scrivo da sempre Nome Cognome (e in quella veloce, NCognome, cioè cognome con l'iniziale nel nome appiccicata davanti), mi chiedevo invece per quanto riguarda del sigle. Conosco persone che sostengono che sia sbagliata la sigla NC (prima l'iniziale del nome, poi quella del cognome) e si debba usare CN (prima l'iniziale del cognome, poi quella del nome), non solo nella firma, ma, essendo sigla, in ogni caso in cui la si usa. Io uso la sigla MC (quindi prima il nome e poi il cognome) anche perché la gambetta destra della M prosegue a fare un ricciolo che diventa la C (che rende la mia sigla un po' "artistica"), che quindi scende leggermente sotto la linea della M. Però mi chiedevo se ci fosse una regola, che riguarda magari anche le sigle che si battono a computer. Grazie. MC

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    1. Io non vedo alcun motivo per cui la sigla dovrebbe avere l'iniziale del cognome prima di quella del nome.

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  5. Ma questa regola del nome prima del cognome vale anche per documenti legali, pubblici e amministrativi?

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    1. Non vedo perché non dovrebbe valere. La prassi burocratica / amministrativa è andata in direzione opposta, ma mentre questo poteva avere un senso quando tutta la documentazione era cartacea, adesso che si usano sistemi informatizzati questa motivazione viene meno.
      Io ho compilato centinaia di documenti pubblici / amministrativi mettendo il nome prima del cognome (a volte anche "correggendo" il modelle proposto) e non mi sono mai stati rifiutati.
      E molte Università rilasciano la pergamena del diploma di laurea con, correttamente, il nome prima del cognome (purtroppo, ce ne sono alcune che sbagliano): vorremmo forse dire che il documento ha meno valore?

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