giovedì 29 aprile 2010

Senato e Camera dei Deputati

Sia la Camera dei Deputati sia il Senato della Repubblica propongono l'elenco dei membri in ordine alfabetico rispetto al cognome, senza la separazione del cognome dal nome tramite una virgola (vedi, per comparazione, il sito del Senato degli Stati Uniti) o mettendo il nome prima del cognome (vedi il sito dell'Assemblea nazionale francese).


Gli indirizzi di posta elettronica dei nostri rappresentanti sono costruiti in base al modello cognome + segno di sottolineatura + iniziale del nome (es. adamo_m@posta.senato.it, aderenti_i@posta.senato.it, adragna_b@posta.senato.it, abelli_g@camera.it, abrignani_i@camera.it, ecc.).

Il sito del Senato almeno presenta le schede dei singoli Senatori con il nome prima del cognome, mentre quello della Camera dei Deputati presenta anche queste con il cognome prima del nome.

mercoledì 28 aprile 2010

Pagine gialle, bianche e indirizzi errati


Mai fatto caso al come vengono presentati gli indirizzi nei risultati delle ricerche nel sito delle Pagine Gialle o in quello delle Pagine Bianche?

A parte l'opinabile prassi di presentare il cognome prima del nome per le persone titolari di un'attività imprenditoriale, Pagine Gialle estende la brutta abitudine anche agli indirizzi, riportando senza nessuna vergogna via Manzoni Alessandro, via Bembo Pietro, e cose del genere (vedi i risultati della ricerca di edicola a Padova).



Chissà in base a quale logica, però, le vie intitolate ai santi non sembrano subire la stessa sorte: via San Gregorio Barbarigo non viene infatti storpiata in via Barbarigo San Gregorio...

Se si è solo frati, oppure eretici, comunque, il pattern "cognome+ nome" viene applicato senza ritegno, come dimostrano i casi di via Eremitano Fra Giovanni e via Bruno Giordano.

Per fortuna, almeno nelle mappe di TuttoCittà, i nomi vengono messi correttamente prima dei cognomi...





(grazie a Sabrina per la segnalazione)





martedì 27 aprile 2010

Posta elettronica certificata

Il nuovo servizio di posta elettronica certificata offerta gratuitamente ai cittadini per comunicare con la pubblica amministrazione, al di là di altre considerazioni sull'usabilità dell'interfaccia e sui frequenti problemi di timeout, si presenta tra le buone pratiche per il fatto di chiedere prima il nome e poi il cognome nel modulo per la richiesta di attivazione, nel dare il messaggio di benvenuto con il nome e il cognome e -- cosa molto importante -- nel creare indirizzi di posta elettronica secondo il pattern nome.cognome@postacertificata.gov.it.

lunedì 26 aprile 2010

Museum of Learning

Secondo quanto riportato nel Museum of Learning, l'ordine delle parti del nome definito "orientale" (cognome + nome) si usa in Ungheria, parti dell'Africa e Asia orientale, mentre quello definito "occidentale" prevede il nome più il cognome (salvo l'eccezione degli elenchi, in cui però -- si dice -- una virgola separa il cognome dal nome).

È interessante l'osservazione per cui i nomi di persone contemporanee giapponesi o ungheresi sono normalmente trasformati quando se ne parla in occidente (Puskás Ferenc diventa Ferenc Puskás), ma ciò non avviene per cinesi, coreani e vietnamiti.

Ad ogni modo, l'Italia è un paese occidentale, per cui si deve usare il nome prima del cognome. O no?

sabato 24 aprile 2010

Quasi un pamphlet

Cito volentieri un brano di un articolo scritto da Luigi Scialanca, intitolato Prima il Nome, poi il Cognome, in cui si parla del caso di Lorena Cultraro, una ragazza di Niscemi violentata e uccisa nel 2008.

Quanti di voi ― fatto che può apparire banale solo a chi lo consideri con indifferenza, appunto, mentre è importante come pochi ― quanti di voi, signore e signori insegnanti, insegnano a firmare scrivendo prima il Nome e poi il Cognome? Quasi nessuno. Sarebbe già qualcosa, per quelle ragazze e quei ragaz­zi, ma voi non lo sapete. Sarebbe tantissimo, anzi, ma voi per primi lo ignorate. Poiché voi stessi vi fir­mate così, senza sapere ciò che fate: Scialanca Luigi, invece che Luigi Scialanca. Ed è così che poi acca­de di leggere sui manifesti Cultraro Lorena, invece che Lorena Cultraro. Sono ignoranti i tipografi? No. Lo siete voi, cari colleghi. Che per primi ignorate, e perciò non insegnate, che ogni essere umano è qual­cuno e ha valore, infinito, semplicemente per sé stesso ― perché è un essere umano, quel­l’essere umano, diverso da ogni altro, irriproducibile nei secoli dei secoli ― e non per l’appartenenza a una fa­miglia, a un gruppo, a un branco, a un partito, a una religione, a un popolo, a un’etnia... Poiché sono gli esseri u­mani che fanno le famiglie (e gli dei), non le famiglie (e gli dei) che fanno gli esseri umani.


Cosa pensate che immaginino i “vostri” bambini e ragazzi, signore e signori insegnanti ― cosa pensate che immaginino, intendiamo, pur senza esserne consapevoli ― quando sentono non diciamo grandi uomi­ni e donne, non un William Shakespeare, un Galileo Galilei, un Ludwig van Beethoven, una Rita Levi Mon­talcini, ma la più scrausa delle veline, il più scalcagnato dei “famosi”, l’infimo dei politicanti, corret­ta­mente menzionati per No­me e Cognome? E loro invece no, loro sempre e soltanto Cultraro Lorena, su o­gni pagina di ogni registro, sul verso di ogni compito, sul frontespizio di ogni quaderno e ogni libro di te­sto, senza che alcuno mai se ne ac­corga, senza che alcuno mai se ne curi, giorno dopo giorno, anno do­po anno? Come se solo quelli fossero im­portanti, preziosi, umani, e invece loro fossero niente? Ve lo di­ciamo noi, se per caso non ne aveste idea: fantasticano, i “vostri” bambini e ragazzi ― fantasticano, in­tendia­mo, pur sen­za esserne consapevoli ― di essere, solo loro, esclusi per nascita dall’Umanità.


Una questione importante come poche, appunto. Insegnare ad usare il nome prima del cognome è un modo per insegnare ad affermare la propria identità, e a volte sembra che ce ne sia veramente bisogno. Tutti gli insegnanti e gli educatori dovrebbero meditare su queste parole.

venerdì 23 aprile 2010

Cartellino di riconoscimento dei dipendenti pubblici

Come è noto, il ministro Renato Brunetta ha emanato qualche settimana fa una circolare per ricordare che dallo scorso 16 febbraio, in base a quanto disposto dall’articolo 69 del decreto legislativo n. 150/2009 (Riforma della Pubblica Amministrazione), “i dipendenti delle amministrazioni pubbliche che svolgono attività a contatto con il pubblico sono tenuti a rendere conoscibile il proprio nominativo mediante l’uso di cartellini identificativi o di targhe da apporre presso la postazione di lavoro".

Secondo quanto riportato nel blog dello stesso Ministro, «la disposizione individua gli elementi per l’identificazione nel nominativo (nome e cognome) del dipendente».

Sei un dipendente pubblico e ti è stato consegnato un cartellino con il cognome prima del nome? Puoi provare a fartelo cambiare (facendo così un favore alla Pubblica Amministrazione, che fa una più bella figura). Se non te lo cambiano, possiamo sempre segnalare la cosa nelle cattive pratiche...

martedì 20 aprile 2010

Promessi sposi

Nei Promessi sposi, capitolo XIV, Renzo vuole alloggiare in un'osteria, e l'oste gli chiede le generalità.

- Cosa vuol dir questo? - esclamò Renzo, ingoiando un boccone dello stufato che il garzone gli aveva messo davanti, e sorridendo poi con maraviglia, soggiunse: - è il lenzolo di bucato, codesto?

L'oste, senza rispondere, posò sulla tavola il calamaio e la carta; poi appoggiò sulla tavola medesima il braccio sinistro e il gomito destro; e, con la penna in aria, e il viso alzato verso Renzo, gli disse: - fatemi il piacere di dirmi il vostro nome, cognome e patria.

- Cosa? - disse Renzo: - cosa c'entrano codeste storie col letto?

- Io fo il mio dovere, - disse l'oste, guardando in viso alla guida: - noi siamo obbligati a render conto di tutte le persone che vengono a alloggiar da noi: nome e cognome, e di che nazione sarà, a che negozio viene, se ha seco armi... quanto tempo ha di fermarsi in questa città... Son parole della grida.


Mi permetto di segnalare questo esempio tra le buone pratiche...

lunedì 19 aprile 2010

aNobii e le schede bibliografiche

aNobii.com è un sito in cui un utente può dichiarare quali libri ha letto, sta leggendo e desidera leggere, scrivendo recensioni, cercando altri lettori con interessi affini, ecc.

Quando si deve inserire un libro nella propria collezione, si può usare il codice ISBN, oppure sfruttare un motore di ricerca interno che consulta il database dei libri già registrati.

Se non si trova il libro che si vuole inserire, si possono inserire i dati in una scheda bibliografica, e nel modulo viene detto chiaramente che il nome va inserito prima del cognome.



Da un punto di vista informatico potrebbe essere opinabile non avere la separazione di nome e cognome in due campi, ma se il campo è unico, è bene che sia così...

(grazie a Tiziano per la segnalazione)

domenica 18 aprile 2010

Google Apps

Nell'ambito del servizio Google Apps, è possibile la gestione delle caselle di posta elettronica degli utenti del proprio dominio.



È possibile specificare se si vuole che compaia prima il nome o prima il cognome, ma (a parte che il default è First Last), se si sceglie l'altra forma, una virgola separa il cognome dal nome. È anche possibile fare in modo che ai propri utenti non sia consentito cambiare l'impostazione.

venerdì 16 aprile 2010

Librerie on line

Mai cercato un libro da acquistare on-line? Nell'elenco dei libri che trovate compare, per gli autori, prima il nome o prima il cognome?

Difficile da credere, ma quasi sempre, in Italia, le librerie on-line mettono il cognome.

Cattive pratiche











Buone pratiche

Bene invece si comportano BOL, DeaStore e Il Circolo:




Strane pratiche miste

Il sito LaFeltrinelli.it sembra usare un approccio casuale...




All'estero



Cosa succede invece all'estero? Sia Amazon sia Barnes and Noble mettono correttamente i nomi prima dei cognomi. Sarà possibile imitarli, un giorno?






 

AGGIORNAMENTO 6 DICEMBRE 2010

Amazon.it ha aperto recentemente i battenti e conferma la buona pratica che segue all'estero. Ho fatto un nuovo post al riguardo.

mercoledì 14 aprile 2010

Sentenza di tribunale

Possiamo prendere ad esempio di cattiva pratica la sentenza sul caso Google (con grande probabilità è così per tutte le sentenze, cito questa perché mi è capitata sotto gli occhi). Fateci caso: il magistrato è citato con nome e cognome, gli avvocati sono citati con nome e cognome, gli imputati con cognome e nome.


giovedì 8 aprile 2010

Venti buoni motivi per usare il nome prima del cognome in firme, insegne, locandine, cartelli, biglietti da visita, indirizzi, certificati, ecc.

1. Lo dice il dizionario.

Il dizionario italiano online definisce cognome come «nome di famiglia che si aggiunge al nome di persona».
Definizioni analoghe si trovano in altri dizionari.

2. Lo dice l'etimologia.

In latino si distinguono (vedi Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Cognome):

  • praenomen (che distingueva l'individuo ed era paragonabile al nome proprio di persona contemporaneo),
  • nomen (che denotava la gens di appartenenza, paragonabile all'odierno cognome)
  • cognomen (che era un soprannome affibbiato all'individuo o ai membri del ramo di una famiglia).

Visto che il cognome odierno deriva dal nomem o dal cognomem, è naturale pensarlo come qualcosa che viene aggiunto («Tizio, della stirpe di Caio, detto Sempronio», non «detto Sempronio, della stirpe di Caio, Tizio»).

(Il latino cognomen è composto da co-, per cum 'con', e nomen 'nome'. Ma gli antichi ricollegano nomem e cognomem alla base di "cognoscere": come 'segno di riconoscimento', da cum 'con' e noscere 'conoscere' -- cfr S. Battaglia, Grande Dizionario della Lingua Italiana, UTET)

3. Lo dice la grammatica.

Molto spesso gli aggettivi servono a identificare a quale oggetto, fra i tanti a disposizione, ci si riferisce (e non la qualità dell'oggetto stesso).

Ad esempio, se dico «Passami il libro bianco sul tavolo» l'aggettivo bianco non significa che il libro è bianco, ma solo che, tra i libri sul tavolo, voglio quello identificabile come bianco (potrebbe essere semplicemente il più chiaro). Se dico «I pezzi bianchi sulla scacchiera» identifico i pezzi da considerare bianchi, che però probabilmente non sono bianchi (spesso sono marroncino chiaro, così come quelli neri sono marrone scuro).

Visto che l'origine del cognome ha a che fare con l'identificazione di una persona a cui si fa riferimento (si pensi ai tanti cognomi in cui questo è evidente, come 'Del Fabbro', 'Trevisan', 'Furlan', 'Piccinin', 'Di Girolamo', ecc.) la grammatica ci suggerisce di indicare il nome prima del cognome, così come mai diremmo «Passami il bianco libro sul tavolo».

4. Lo dice l'Accademia della Crusca.

Vedi in proposito la pagina «È più corretto firmare nome+cognome o cognome+nome?» che fa riferimento a come si firma ma che contiene concetti applicabili in genere.

5. Lo si vede chiaramente nelle altre lingue.

In inglese, «first name» (nome) e «last name» (cognome): first vuol dire primo, last vuol dire ultimo.
In francese, «prénom» (nome) e «nom» (cognome): prénom è quello che viene messo prima del nom.

E come dimenticare frasi tipo «Mi chiamo Bond, James Bond»?

(In ungherese, in giapponese e in altre lingue valgono regole completamente diverse, ma in genere nelle lingue di ceppo indoeuropeo viene sempre messo prima il nome e poi il cognome.)

6. Lo dicono gli esempi della vita quotidiana.

Come vengono chiamati gli scrittori, i cantanti, gli artisti, i giornalisti, i politici e, in genere, tutti i personaggi pubblici?
Alessandro Manzoni o Manzoni Alessandro? Claudio Villa o Villa Claudio? Giorgio De Chirico o De Chirico Giorgio? Enzo Biagi o Biagi Enzo? Sandro Pertini o Pertini Sandro? Fa' attenzione a tutti i nomi che vedi citati e senti pronunciare in TV, alla radio, sui giornali...

7. Lo dice la legge.

Codice civile, art. 6. Diritto al nome.
Ogni persona ha diritto al nome che le è per legge attribuito.
Nel nome si comprendono il prenome e il cognome.

8. La Wikipedia lo fa.

Hey, siamo nel web 2.0 e ancora non abbiamo visto come si comporta Wikipedia? I personaggi citati hanno il nome prima del cognome ovunque, anche nell'URL delle pagine. Ad esempio, http://it.wikipedia.org/wiki/Giovanni_Boccaccio, non http://it.wikipedia.org/wiki/Boccaccio_Giovanni.

9. Le Poste dicono di farlo.

Nelle istruzioni di Poste Italiane su come scrivere l'indirizzo (http://www.poste.it/postali/cap/indirizzo.shtml) si vede chiaramente, nell'esempio in fondo alla pagina, che la riga del destinatario comprende il nome e il cognome, non viceversa. Raccomandazioni analoghe si trovano in molti altri siti dedicati all'argomento, come QuiMail (http://www.quimall.com/blog/come-si-scrive-una-busta-da-lettera).

10. Non è vero che "visto che il cognome vale di più, deve essere messo prima"

Ore 12:45:13 (ore 12, 45 minuti, 13 secondi). Le ore "valgono di più", quindi vengono messe prima. Ma come la mettiamo con le date? Qui in Italia, siamo abituati a scrivere "5 febbraio 2010", non "2010 febbraio 5". Eppure, seguendo lo schema di "cosa vale di più", dovremmo concordare sul fatto che l'anno "vale di più".
E poi, in ogni caso, chi l'ha detto che "il cognome vale di più"?

11. L'ordinamento alfabetico non conta.

In molti contesti burocratici si desidera che gli elenchi vengano ordinati per cognome. Questi elenchi vengono per lo più gestiti con strumenti informatici, per cui in genere non c'è nessuna difficoltà a produrre elenchi ordinati per cognome anche se il nome viene messo prima (eventualmente formattandolo in maniera diversa).
Esempi:

a) con il cognome in grassetto:

Stefano Alberti
Giorgio
Cento
Bruno
Donati
Mario
Rossi

b) con il cognome in maiuscolo:

Stefano ALBERTI
Giorgio CENTO
Bruno DONATI

Mario ROSSI


c) in una tabella:

NomeCognome
StefanoAlberti
GiorgioCento
BrunoDonati
MarioRossi

Se proprio se ne ha la necessità, i cognomi possono essere scritti prima del nome, aggiungendo una virgola, o mettendo il nome tra parentesi:

a) separazione con la virgola:

Alberti, Stefano
Cento, Giorgio

Donati, Bruno
Rossi, Mario

b) nome tra parentesi:

Alberti (Stefano)
Cento (Giorgio)

Donati (Bruno)
Rossi (Mario)

Queste convenzioni sono utilizzate in molti altri tipi di elenchi, come ad esempio quello dei titoli dei film (o dei romanzi):

Diabolici, I
Diari della motocicletta, I
Diario di una cameriera, Il


oppure

Diabolici (I)

Diari della motocicletta (I)
Diario di una cameriera (Il)


Il sito del progetto Liber Liber ha un indice degli autori strutturato in questo modo (vedi http://www.liberliber.it/biblioteca/a/index.htm).

Un caso interessante potrebbe essere quello dei nomi di file e cartelle (in ambito informatico). Ad esempio, si potrebbe desiderare una cartella per ogni allievo di una classe. Come mantenere l'ordine alfabetico, lasciando il nome prima del cognome? La soluzione è semplice. Basta anteporre un numero al nome della cartella:

01 Stefano Alberti
02 Giorgio Cento
03 Bruno
Donati
04 Mario Rossi

Ad ogni modo, ammesso e non concesso che in un elenco si desideri avere i cognomi prima dei nomi (in un elenco), non c'è nessuna giustificazione per usare la forma cognome e nome anche quando i dati di quell'elenco vengono estratti per produrre certificati, intestazioni di lettere, cartellini identificativi, ecc.

12. Se ti è stato insegnato a scuola di usare il cognome prima del nome, vuol dire che ti hanno insegnato una cosa sbagliata.

Capita a tutti di sbagliare, e può capitare anche agli insegnanti. Forse a scuola sei stato abituato a essere chiamato da maestri e professori (solo alcuni, si spera) con il cognome prima del nome. Be', non è detto che tutto quello che si vede o sente a scuola sia vero, corretto, sensato. A volte, purtroppo, a scuola una pessima mentalità burocratica prevale.

Ragiona con la tua testa. E, comunque, chiediti se a mettere il cognome prima del nome ti è stato insegnato in una scuola che di chiamava Liceo Classico "Petrarca Francesco" o Liceo Classico "Francesco Petrarca", Istituto Tecnico "Fermi Enrico" o Istituto Tecnico "Enrico Fermi".

13. Il livello di prestigio sociale non conta (almeno non per questo genere di cose).

Se fosse vero che solo per le persone di un certo rango si usa il nome prima del cognome, bisognerebbe capire chi determina questo rango. C'è un esame da superare? Si viene nominati «aventi diritto al nome prima del cognome» con qualche decreto?

14. Non è vero che "suona meglio".

Alcuni sostengono che, nel proprio specifico caso, la forma cognome+nome "suona meglio" di quella nome+cognome. In realtà, è probabile che "suoni meglio" solo perché per anni ci si è sentiti chiamare in questo modo.

15. Non è vero che "vale solo per le firme".

Guardati intorno. Leggi un giornale, prendi in mano un libro, guarda i titoli di testa o di coda di un film. Se ci fai caso, i nomi vengono messi sempre prima dei cognomi. Sono firme? No.

16. Non è vero che "la burocrazia lo impone".

È vero che spesso, in moduli burocratici da compilare, ci viene richiesto di inserire "cognome e nome". In questo modo, chi deve ordinare alfabeticamente i moduli compilati è facilitato perché il cognome viene messo prima.

Se ci sono due "campi", come in

Cognome: _________________ Nome: _____________________

la cosa può essere accettata (è un po' come se ci venisse chiesto «Qual è il tuo cognome?» e poi «Qual è il tuo nome?»).

Se c'è un campo unico, come in

Cognome e nome: ______________________________

possiamo compilare il modulo scrivendo «Rossi, Mario».

Ad ogni modo:
  1. con il trattamento informatico dei dati la richiesta di cognome e nome (in quest'ordine) non è più giustificata;
  2. non c'è nessun motivo per cui questa cattiva prassi debba essere presa a giustificazione per continuare nell'errore anche in altri contesti meno burocratici;
  3. andrebbe cambiata la prassi burocratica, non la regola.

17. Così sarai meno "indrappellato".

I contesti in cui si usa il cognome prima del nome sono quelli in cui le persone non sono viste come persone a sé stanti, ma indrappellati con altri simili. Come dice Alfonso Leone, «la sequenza "nome + cognome" svincola [l'individuo] da qualsiasi concetto di raggruppamento, considerandolo nella sua inconfondibile personalità» (citato nella pagina dell'Accademia della Crusca indicata sopra).

18. Potrai sfoggiare un po' di "orgoglio pinchesco".

Beppe Severgnini lo spiega molto bene nel libro "L'italiano. Lezioni semiserie" (BUR, Biblioteca Universale Rizzoli, ISBN 8817027448):

Nel 1866, a chi gli domandava se fosse davvero lui l'auto­re di un sonetto firmato Man­zoni Alessandro, l'ottantunenne autore dei Promessi Sposi rispose seccato: «Sarebbe per me nota sufficiente di falsità il vedere che il cognome ci si trova anteposto al no­me di battesimo, cosa non mai usata da me nel sottoscrivermi». Bravo, Don Lisander. Così si fa: du­ro, puro e chiaro. Il cognome prima del no­me si può usare solo sugli elenchi (per facili­tare la ricerca); o in alcuni moduli prestampati. Ma quando esiste la libera scelta, non sia mai. Il cognome prima del nome è una genufles­sione inconscia. «Sono Pinco Pallino!» è, in fon­do, una forma di orgoglio pinchesco. «Sono Pallino Pinco...» vuol dire presentarsi come un suddito, un numero, uno dei tanti pallini. Il cognome prima del nome è un gran­de indicatore psicosociale, come l'assenza di congiuntivi, la presenza di tatuaggi e l'a­vambraccio sinistro sul tavolo mentre si mangia. Queste cose le avrebbe potute fare Eugenio Montale, se avesse voluto; voi e io, no. Una lettera firmata "Piselli Luigino" indi­ca che il poveretto, oltre a un cognome complicato, ha anche un atteggiamento sbagliato. C'è servilismo, in quell'inversione. Inevitabile per una recluta il primo giorno di caserma, mezzo secolo fa; non per Luigino Pi­selli, cittadino italiano del XXI secolo. Ricordate il "Cerutti Gino" di Giorgio Gaber («Il suo nome era Cerutti Gino/ ma lo chiamavan Drago /Gli amici al bar del Giambellino/dicevan ch'era un mago»). Il cognome anteposto al nome era un modo efficace d'indicare l'ambiente milanese in cui si muoveva il personaggio. Ma ciò che era stilisticamente possibile in un bar del Giambellino nel 1962 è improponibile in un caffè di corso Como nel 2007. Cerutti Gino ha lasciato il posto a Gino Cerutti: un nome con cui - Gaber sarebbe sorpreso - puoi anche lanciare una linea di abbigliamento per giovani. Insomma: se anteporre il cogno­me al nome è una dichiarazione ideo­logica, un vezzo o una provocazione, fate pure. Altrimenti, lasciate perde­re. L'unica lingua europea in cui esi­ste questa regola è l'ungherese (cep­po ugro-finnico). Ecco: se vi chia­mate Miklos di nome e Vasarhely di cognome, presentatevi pure come "Vasarhely Miklos". In tutti gli altri casi, date retta a Sandrino Manzoni e al sottoscritto.

19. È una forma di promozione che non ti costa nulla.

Ci sono persone che badano a queste cose e persone che non ci badano (in fondo, anche tu non ci badavi, forse, prima di leggere queste raccomandazioni). Quando ti presenti a qualcuno dicendo il nome prima del cognome fai una bella figura, gratis. Se ti stai rivolgendo a qualcuno che non ci fa caso, comunque non ci rimetti nulla. È un gioco in cui puoi solo vincere.

20. Non è vero che "non si può cambiare".

Se sei abituato a usare il cognome prima del nome, puoi cambiare questa abitudine. Ad esempio, se ti chiami Mario Rossi:
  1. Pensa a te stesso come Mario Rossi anziché come Rossi Mario, ripetitelo fino a fartelo suonare bene.
  2. Cambia la scritta sul campanello di casa.
  3. Configura meglio il tuo programma di posta elettronica, in modo che al tuo indirizzo venga associata la scritta descrittiva "Mario Rossi" anziché "Rossi Mario".
  4. Crea un nuovo indirizzo di posta elettronica, mario.rossi@example.com al posto di rossi.mario@example.com (puoi comunque attivare un reindirizzamento della posta).
  5. Configura il tuo account su Facebook in modo che venga presentato il nome prima del cognome (il default è già questo, ma potresti averlo cambiato: controlla su Account / Impostazioni account / Impostazioni / Mostra nome e cognome).
  6. Chiedi all'amministratore della rete di cambiare lo username associato al tuo account, in modo che sia strutturato sullo schema nome+cognome (es. da ROSSIM a MROSSI); se non vuole, spiegagli i motivi.
  7. Butta i biglietti da visita e ristampali (ok, questo costa, ma vuoi mettere la soddisfazione di averli migliori?).
  8. Se hai un conto corrente, deposita una nuova firma nello specimen bancario (nel caso tu abbia firmato Rossi Mario quando hai aperto il conto).
  9. Chiedi alla tua banca, alla casa editrice che ti manda le riviste a cui sei abbonato, alle aziende di fornitura che ti mandano le bollette, ecc. di mandarti le comunicazioni indirizzandole a Mario Rossi, non a Rossi Mario.
Se sei un insegnante:
  1. Quando fai l'appello, leggi l'elenco pronunciando i nomi prima dei cognomi.
  2. Quando produci un elenco, metti i nomi prima dei cognomi.
  3. Spiega ai tuoi allievi che il nome va usato prima del cognome non solo nelle firme, ma in tutti i contesti.
  4. Considera che quello che fai viene preso sempre come esempio.

Se sei un sistemista o un programmatore:
  1. Fa' in modo che i tuoi programmi producano, ovunque possibile, output con il nome prima del cognome.
  2. Imposta per i tuoi utenti username che sfruttino il pattern nome+cognome e non cognome+nome.
  3. Se produci o gestisci vCard (o strumenti analoghi), osserva che il campo N (name) comprende N.Family, N.First, N.Middle, N.Prefix, N.Suffix, mentre il campo FN (formatted name) è usato per il nome formattato correttamente, con il nome prima del cognome (vedi anche l'RFC 2426).

Se sei una persona che fa un lavoro burocratico:
  1. Sburocratizza elenchi, moduli da compilare, organigrammi, certificati, ecc. almeno con questo piccolo primo passo.

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